La creazione della costruzione

Ci sono due forme di metarealtà: quella creata e quella costruita.

Quella creata è la CREAZIONE, identificabile a seconda della credenza, della visione, della prospettiva e dei gusti in una realtà fisica, nell’universo, nel pianeta, la Terra, il creato, il piano dimensionale in cui esistiamo, la natura, o anche una visione più metafisica di ordine superiore celeste, divino, extraterreno o quantico, molecolare o energetico che sia: di fatto identifica la REALTA’ di origine, decontaminata da un intervento di “altro genere”.

E poi c’è una realtà costruita, genericamente dall’uomo, certo anche le formiche contribuiscono a questo piano di realtà edificando splendidi formicai, gli uccelli che costruiscono il nido, le talpe che scavano gallerie parametropolitaniche nel sottosuolo o le api che progettano meravigliosi alveari, i ragni che ricamano tessuti geometrici o il bruco che si ripara nel bozzolo di seta… ma la quantità di intervento costruttivo dell’uomo a livello globale è immensamente maggiore e soprattutto ci coinvolge in primissima persona visto che, se leggi, difficilmente sei un protozoo o una cicala, un canguro o un pesce vela, presumo che tua sia “umano”.

Cosa succede a questo punto?

Che la percezione della vita viene quasi esclusivamente edificata e alimentata sulla realtà “costruita” perchè viviamo dentro una casa costruita dall’uomo, collocata in un contesto urbano costruito dall’uomo, giriamo in automobile dentro una scatola con le ruote costruita dall’uomo, dormiamo su un letto costruito e di fatto quasi tutta la nostra vita è vissuta dentro, fuori, sopra, sotto qualcosa di “costruito”: dai piatti su cui mangiamo, che poggiano su un tavolo, col televisore acceso e lo smartphone in mano, quando ascoltiamo la radio, quando camminiamo su un marciapiede, quanto facciamo i nostri bisogni corporali su un sanitario più o meno elegante, quando siamo in tram, bus, metropolitana, a teatro o allo stadio, al cinema, al centro commerciale, in un negozio, albergo, ristorante o nave da crociera, in aeroplano, al luna park, in piscina o in palestra, dal dottore o in ospedale, indossando abiti “costruiti”, scarpe costruite, calze e camicie, cravatte o cinture, quando apriamo il frigorifero o accendiamo il riscaldamento, quando climatizziamo, quando leggiamo libri, giornali, blog o bugiardini, quando beviamo il vino, la grappa e il ramazzotti, quando ascoltiamo Sanremo, i Rolling Stones o Jovanotti, con i piedi sul divano, la testa sul cuscino, con i guanti per il freddo o il telo da bagno, sotto l’ombrello o l’ombrellone, nella culla con il succhiotto o con in mano il trofeo di campioni del mondo… Possiamo stimare che più del 99% della nostra vita sia in contatto diretto interrelazionale con la realtà “costruita”.

E’ bene capire che apparentemente non c’è nulla di male, se non fosse che ci ritroviamo a vivere perfettamente realizzati in tutti i nostri averi: anche quando abbiamo tutto, il lavoro, i soldi, nessun problema esterno, la salute, la bella macchina e la famigliola barillica, la fidanzata baciperuginica e i vestiti dell’ultima patetica moda, anche quando siamo socialmente ben rispettati e onorati, quando facciamo il nostro sorrisetto quotidiano e salutiamo con reverenza ricevendo sorrisetti quotidiani, anche quando siamo “impegnati” perchè dobbiamo ottimizzare il tempo a disposizione per arricchirci di svaghi, passatempi, conoscenze e competenze, anche quando tutto, ma proprio tutto sembra perfettamente collocato al posto giusto dopo una vita di sforzi, sacrifici, corse e rincorse non sempre figlie della miglior trasparenza ecco che qualcosa viene a mancare ma non sappiamo cosa, perchè socialmente parlando abbiamo “tutto”.

Eppure c’è un sottofondo di infelicità, un background che risuona vuoto come un cassone di metallo arrugginito, una caverna che ogni tanto emerge dal sottosuolo per offuscare, spegnere, nascondere, alterare questa meravigliosa percezione del tutto che avrebbe dovuto, secondo i rigorosi programmi di origine, portarci alla felicità.

Entra la nebbia dalla finestra, si propaga a volte nei meandri meno visibili della nostra sfera cognitiva, nell’inconscio, nel subconscio, a volte emerge in uno stato di malinconia, a volte esplode nella rabbia ingiustificata, spesso viene arginata e tamponata con qualche stratagemma il più semplice possibile, magari qualche menzogna di dovere, pasticche, alcool, tabacco, via via… Fin dove?

Non ha importanza quando grande possa essere questo disagio e quali conseguenze possa determinare, in genere porta ad una scelta, un cambiamento e quasi sempre queste scelte o questi cambiamenti sono solamente delle sterzate in una direzione diversa ma sempre con lo stesso veicolo, lo stesso criterio, la stessa percezione della stessa realtà.

Il discorso si allarga sui piani sociali a livelli molto ampi, coinvolge l’uso sconsiderato delle risorse che si rivelano sempre più necessarie a colmare dei vuoti esistenziali o dei falsi miti di ricchezza e benessere, coinvolge di riflesso e di conseguenza l’ambiente che viene sovrasfruttato e sovrainquinato e tutto questo per determinare una società sempre più infelice e sempre più pessimista, priva di amore per il vivere, per l’umanità stessa, il mondo, priva di amore.

Se fosse possibile un passaggio dalla realtà costruita alla realtà creata molte cose si risolverebbero da sole: è un passaggio di estrema semplicità, è il più naturale in assoluto, ma l’abitudine di vivere in una realtà costruita è troppo radicata perchè questo passaggio avvenga e ATTENZIONE! non sto dicendo di passare dal meraviglioso attico nel centro storico con meravigliosa vista sui comignoli e le tegole della città alla caverna con il letto di fieno nella foresta vergine, NO! E’ un passaggio che può semplicemente, ma ripeto SEMPLICEMENTE avvenire a livello di consapevolezza interiore.

Certo, è più semplice avere una visione della vita e della creazione migliore se l’interazione è diretta con la vita e la creazione. Ecco perchè ci sentiamo meglio quando siamo in vacanza e facciamo due passi (a volte due di numero!) sulla spiaggia o nel praticello di montagna, ma questa “ricarica” che spesso accompagnamo a qualche attimo di riflessione difficilmente può ricondizionare la nostra percezione della vita anche perchè non sempre la vacanza è immersione nella natura o relax anzi, ore di colonne in autostrada, disagi e disservizi, parcheggi impossibili, località sature prenotate magari con mesi anticipo, la nuvoletta dispettosa che staziona proprio quella settimana lì, decine di milioni di persone qui da noi optano per una vacanza in spiaggia con un metro quadrato di sabbia a disposizione a condizione di non sconfinare dalla zona lettino/ombrellonica pena severe ustioni e scottature, è un ammasso che si ammassa a prescindere sia nella vita quotidiana che in quella vacanziera e tutto sfugge perchè non può, non riesce a pervenire.

Incominciamo a prendere coscienza che la realtà CREATA è quella di riferimento per la nostra sfera animica, chimica e biochimica, atomo-cellulare, che noi siamo parte di questa realtà, dei cicli biologici, stagionali, astronomici, che respiriamo aria CREATA spesso trattata, depurata, condizionata, ionizzata, riscaldata o ben più spesso inquinata ma quell’aria di origine, quell’acqua, quella terra, quel creato di origine non esce dal rubinetto, non è in frigorifero e non è neppure nel documentario della Ocean Geographic: è una realtà precisa e fortunatamente ancora oggi esplorabile, vivibile e godibile, riflettersi, specchiarsi nella realtà creata cambia completamente la percezione della vita, dell’essere, dell’esistere, basterebbero dei piccoli corsi, dei brevi seminari o forse un semplice breviario, un modello, un testimonial, magari una pubblicità o… un articolo come questo 😉  per cambiare con estrema semplicità l’orientamento della nostra bussola interiore e renderci conto che siamo inseriti come esseri della massima evoluzione in un grandissimo meraviglioso contesto di assoluta bellezza, assoluto splendore e assoluta perfezione.

Come dici? Al telegiornale hanno detto qualcosa di diverso? Si ma loro devono fare ascolti, vendere la pubblicità, fare propaganda e poco importa se creano una percezione di malessere sociale che distrugge la gioia di vivere: “loro vivono in una realtà COSTRUITA!”

😉

Paolo Goglio

5/5 - (1 vote)
Share