I luoghi comuni

Ci sono i luoghi comuni, grigi e depauperati, spogliati dei colori dell’essere per diventare luci scintillanti dell’avere, dell’apparire, del consumare, dello sfruttare, quella sorta di presunto benessere legato al consumare che significa, letteralmente trasformare qualcosa di utile in inutile, qualcosa che c’era in qualcosa che non c’è più, qualcosa di nuovo in qualcosa di vecchio… E’ una cultura deformata al 99% dettata da un sistema economico che ha completamente abbagliato le singole menti e non è uno scenario parabiblico o filoapocalittico, sarebbe sufficiente un secondo di consapevolezza per accorgersene, è quanto di più semplice banale ed evidente ci sia ma essere in un sistema significa esserne parte e finchè ne fai parte non vedi oltre, sei sempre lì, stessi colori, stesso grigiore, stesso buio, stessa noiosissima ricerca di una alternativa alla noia stessa con palliativi ancora più noiosi, magari costosissimi, impegnativi e logoranti come se se entrassimo in un apparecchio che ci frulla e non pensiamo neppure un istante che sia possibile uscirne!

Ma quel frullato siamo noi, quella centrifuga è il nostro cuore alterato nelle emozioni, trasformato in una granita polverosa che si discioglie solamente di fronte agli stereotipi convenzionali, al pensiero imposto, alle scadenze, ai ritmi orari e cronologici del sistema stesso che per sua natura non esiste, eppure ci governa. E’ assurdo non rendersene conto, è assurdo restare tra le lame affettatutto di questo meccanismo distruttivo ed è ancora più assurdo cercare rimedio dal dottore o negli svaghi artificiosi, riempirsi la testa di polveri culturali, nozionismo storico, passatempi depauperanti, fughe degradanti, compensazioni che portano gocce di sollievo in un mare desertificato. E’ tutto un gioco di opposizioni senza fine che si alternano e si rincorrono, dove il benessere è chiamato perdita di tempo, dove il malessere è lo stile di vita, dove la capacità di cogliere quell’attimo che potrebbe innescare una rivoluzione interiore è talmente sommerso in fondo al pozzo nero delle abitudini che è impossibile rendersi conto che lassù, in alto, quel bagliore che brilla, è la via di uscita e li il mondo già esiste nella sua bellezza, nella sua completezza, nella sua totalità, nei suoi colori e nelle sue magie.

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